Collections Inventaire des inscriptions sudarabiques – T. II

Inventaire des inscriptions sudarabiques – T. II
Prix : 24 €

Shaqab A-Manassa

Par G. GNOLI.

128 pages, 18 planches

Date de parution : 1993

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Présentation

Shaqab al-Manassa est situé à 2 km au sud-ouest de Baraqish dont nous avons vu plusieurs fois les ruines imposantes. Il a été visité pour la première fois en 1976 par la Mission archéologique française au Yémen. Depuis lors, les archéologues français et italiens y sont passés, presque à tour de rôle, et ont recueilli la moisson épigraphique que voici : 18 inscriptions minéennes que M. Gnoli publie, traduit et commente avec minutie. Une importante introduction présente le site, sa découverte et l’apport de ses inscriptions à l’onomastique, à la connaissance des cultes sudarabiques et à l’histoire du royaume minéen. M. Gnoli est partisan d’une chronologie haute et place au VIIe siècle av. notre ère le début du royaume minéen. La guerre entre les Mèdes et l’Egypte, signalée par une célèbre inscription minéenne de Baraqish, est selon M. Gnoli la campagne d’Artaxerxês Ochus qui instaura la seconde domination perse sur la vallée du Nil, en 343. Conformément aux principes de l’Inventaire, on regroupe les inscriptions qu’on a de bonnes raisons de croire originaires d’un même site. C’est pourquoi on a joint aux dix-huit inédits de Shaqab al-Manassa une inscription de Baraqish rappelant une pénitence royale et publique accomplie devant le dieu ‘Athtar dhû Yahraq. Ce nom divin est caractéristique de Shaqab al-Manassa, dont le nom antique était peut-être Yahraq. L’inscription de Baraqish avait été publiée par J. Halévy en 1872. La traduction et les explications qu’en donne aujourd’hui M. Gnoli, comparées à celles de l’edito princeps, permettent de mesurer les progrès accomplis par l’épigraphie sudarabique.

 

 

 

 

Préface extrait

 

Il secondo tomo della serie che è stata inaugurata da Christian Robin nel 1992 con la pubblicazione delle iscrizioni di Inabba’, Haram, al-Kafir, Kamna ·e al-J:Iarashif nel Jawf inferiore e medio viene ora pubblicato dall’Istituto ltaliano per il Medio ed Estremo Oriente. La serie è quella dell ‘Inventario delle iscrizioni sudarabiche, cui l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres e l’IsMEO hanno convenuto di dar vita nell’aprile del 1991, affidandone congiuntamente la cura allo stesso Christian Robin, ormai da qualche anno collaboratore assiduo e prezioso, per le sue straordinarie competenze epigrafiche, anche della Missione Archeologica Italiana in Yemen. André Caquot, professore al Collège de France e membro dell’Institut de France, ha bene illustrato, nella prefazione al primo tomo, scopi e criteri che sono alla base della nuova iniziativa, oltre alle condizioni che l’hanno resa possibile e che possono riassumersi nella fratema solidarietà che ha sempre contraddistinto il lavoro sul campo delle missioni francese ed italiana, specie nella regione del Jawf. L’IsMEO ha avviato la propria attività in Yemen e in altri paesi della penisola araba durante gli anni ottanta, seguendo i nuovi orientamenti del suo programma euroasiatico (Gnoli 1988, p. X). Pur se, consapevole dell’ eredità idealmente trasmessagli dal precedente impegrio italiano nello studio delle antichità sudarabiche, non hq mancato di far tesoro di esperienze e competenze della orientalistica italiana più e meno recenti, l’Istituto non puô non riconoscere il divario esistente nella tradizione degli studi fra il proprio giovanile fervore arabico e sudarabico e il grande, glorioso e ormai secolare patrimonio di cui l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres è custode prestigiosa e universalmente ammirata nel campo dell’ epigrafia vuoi sudarabica vuoi, più in generale, semitica. È quindi con riconoscenza che, per conto dell’IsMEO, ho accolto l’invito rivoltomi dal Professor .Jean Leclant, Secrétaire Perpétuel dell’ Académie, ad unire le nostre forze a quelle dei colleghi francesi per dar vita a quest’ opera, cui si affianca quella, complementare, della raccolta delle iscrizioni di musei o di collezioni pubbliche e private, delle quali sia difficile accertare la proveruenza.Gherardo Gnoli, Presidente dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente.

 

 

 

 

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Tables des matières

Prefazione

Parte 1: Vestigia e storia

  • I. Il sito
    • A. Descrizione
    • B. Moifologia
    • C. Nome antico
  • II. Le antichità
    • A. Inventario epigrafico
    • B. 1 monumenti
  • III. La datazione delle iscrizioni
    • A. La paleografia
    • B. Il contenuto
    • C. I potesi di una cronologia assoluta
  • IV. La lingua delle iscrizioni
  • V. L’onomastica
    • A. I nomi ed epiteti di persona
    • B. I nomi di frazione e di clan
    • C. Altri nomi propri
  • VI. I dati religiosi
    • A. L’ordine protocollare delle divintà
    • B. Repertorio delle divinità attestate
    • C. Il servizio degli dèi, il culto e le pratiche religiose
    • D. La confessione dei peccati
  • VII. Shaqab al-Manassa tra Yathill, Ma’ïn e Saba’
    • A. Il sostrato sabeo
    • B. Gli inizi del regno di Ma’ïn
    • C. I nomadi

 

Parte 2: Le iscrizioni

  • I. Le iscrizioni del tempio di ‘Athtar dhü-Yahraq
    • A. Le iscrizioni sui pilastri
    • B. Le iscrizioni su altri supporti monumentali
    • C. I frammenti
  • II. Le iscrizioni dei dintomi
  • III. Una iscrizione proveniente forse dal tempio di ‘Athtar dhü-Yahraq

 

Bibliografia e abbreviazioni

 

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